Guardare con i sensi


"Nihil est in intellectu quod non sit prius in sensu"

Niente è nella ragione che prima non sia stato nei sensi

(T. d'Aquinio, De Veritate, II,3)

Fermati e guardati intorno: quante cose riesci a percepire? Scorrono immagini, odori, rumori.
I sensi come una finestra della tua mente captano per primi la realtà che ti circonda. Il filtro dall'esterno all'interno, gli strumenti innati che ti accompagnano sin dalla nascita e ti insegnano l'arte di leggere e interpretare la tua vita. 

Ti sei mai chiesto a cosa servano davvero i sensi? Se possono essere insieme strumenti per capire ciò che sta fuori e mezzo per porti in ascolto di ciò che hai dentro?
C'è una connessione tra questi due mondi apparentemente lontani e divisi, l'uno causa dell'altro: mettono in moto un meccanismo di stimolo-risposta che il più delle volte ci trasporta fuori dal tempo e ci fa viaggiare con il pensiero. La connessione è rappresentata proprio dai sensi.

Proviamo allora.

Vista - un'immagine rapida ma nitida nei contorni, con i colori pieni che ti sembra di conoscere da sempre, ovunque ti trovi, anche se appartengono a posti lontani. Quella è casa: potresti seguirne i profili con il dito e giurare di saperla a memoria, anche ad occhi chiusi; hai guardato per così tanto tempo da riconoscerne ogni sfumatura.

Udito - il calore di una voce che ti spiazza e insieme ti riscalda, ti accompagna nelle notti dure in cui i rumori attorno si fanno più intensi e tentano di confonderti, non ti lasciano riposare; ma tu sai qual è la fonte e ti basta ascoltare un po' meglio per inseguirne ogni vibrazione e rifugiarti in quella melodia.

Olfatto - una frazione di secondo e quel profumo sottile ti inebria il corpo. Dapprima non sai dire dove lo hai già vissuto ma ricordi chiaramente una coperta calda, una luce fioca e un filo d'aria che ti accarezzano, che accompagnano quell'odore ad attraversarti l'anima. E dopo anni è sempre lì, delicato e inconfondibile.

Gusto - il sapore delle cose belle, quelle che non mandi giù d'un fiato ma le conservi nell'angolo della bocca dove sai che le note sfacciate ti colpiscono il palato per imprimerti il ricordo. E lo senti nella pancia, il dolce amaro di una gioia, oltre che nella gola.

Tatto - scivolano i tuoi polpastrelli sulle superfici e puoi decidere se è soave il tocco o deciso nella pressione, in modo da non disperdere neanche un dettaglio o una pulsazione di ciò che insegui. La sensazione ruvida rimane impressa lì, dito per dito, come in un eterno Rewind.

Insegna Cartesio: i sensi ci ingannano. Le associazioni che d'istinto facciamo ogni qual volta li impieghiamo per connetterci alla realtà ci riportano alla mente piccoli frammenti del nostro vissuto che si infilano di taglio, netti, nella tela del presente. Ci distraggono dalla mera percezione dell'esterno, carichi del peso delle passate esperienze, ormai registrate.
Tuttavia non possiamo rinunciare alla sensibilità come metodo di conoscenza; solo distinguere, di volta in volta, la sua oggettività dalla fallibilità. 

...Senza dimenticare che ci sono persone, luoghi, sensazioni che non hanno bisogno di essere "sentiti". Semplicemente esistono per te, ed esisteranno sempre nella maniera in cui tu stesso li rappresenti. I sensi ti aiutano solo a guardare oltre il grigiore delle nuvole che li appannano.
Scova quello che cerchi e d'un tratto tutto schiarirà.

Commenti

  1. Ci sono due diversi tipi di persone nel mondo, coloro che vogliono sapere, e coloro che vogliono credere.(nitzsche)

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