Vuoto a perdere
Un anno.
Di cose lasciate in sospeso, a metà, a volte neanche iniziate.
Di speranze urlate alla finestra, poi sussurrate tra quattro mura, scritte, cantate, rimandate.
Di paure silenti, perdite rumorose, addii pensati ma non espressi. Solitudine.
Abbiamo smarrito la fiducia nel cambiamento, perduto il potere dell'azione che trasforma le cose e poi: il rispetto dell'altro. E questi sono dettagli che è difficile rimettere in moto.
Perché è mancato troppe volte l'altruismo di rinunciare al benessere personale e contingente, per progredire e allargare la macchia di sollievo, ripartendola a più persone; è mancata la consapevolezza di compiere scelte sociali per il bene ed il benessere di ognuno. L'individualismo ha avuto terreno fertile in una stagione di confinamenti e distanze che si sono fatte muri invalicabili e cancelli serrati.
E invece di combattere queste tendenze ci scagliamo contro le sottrazioni che continuiamo inevitabilmente a subire.
Un anno in cui avremmo potuto imparare tanto; l'anno in cui abbiamo avuto la prova che non ci basta una vita per imparare il minimo.
"Ogni uomo ha diritto ad ogni cosa, anche al corpo di un altro uomo. Perciò finché dura questo diritto naturale di ogni uomo ad ogni cosa, non ci può essere sicurezza per alcuno (per quanto forte o saggio egli sia)"
(Il Leviatano, T. Hobbes)
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