Cambia-mente


C'è lo scorrere della vita. E di tanto in tanto c'è anche la paura di fermarsi

Siamo sempre in movimento, in continuo passaggio da uno stato emotivo ad un altro, da un impiego ad un altro, da un luogo ad un altro. Un movimento che ci tiene in vita, a cui non possiamo rinunciare, che sembra darci la motivazione.
Un movimento che, a pensarci, è la vita stessa: esserci e, infine, non esserci più.

Per qualcuno pensare di fermarsi in un posto, in una situazione, in una condizione, è accettare con riserva, come fosse un fallimento o una delusione di se stessi. 

Se questo è vero, anche gli eternamente instabili in cerca d'equilibrio s'imbattono, d'un tratto, nel grande controsenso: la paura di cambiare, di dubitare di sé.

Non c'entra solo la comfort zone, le aspirazioni o gli sforzi fatti per costruirsi una propria dimensione, sebbene mutevole. Il controllo frena la trasformazione, la sensazione di sicurezza ci tiene sotto scacco. 
Ci aggrappiamo alle nostre conoscenze, alle nostre posizioni, alle motivazioni che ci siamo dati, e se da un lato l'immobilismo fisico lo aborriamo, dall'altro scegliamo di restare con le nostre idee, convinti di aver valutato ogni ipotesi e non poter sbagliare.
Compiamo scelte credendo che siano le uniche per noi, che tutto ciò che escludiamo, dopo essere stato accuratamente soppesato, sia solo una minaccia alla nostra stabilità, integrità.

C'è una spinta al cambiamento che arriva da una parte indefinita del nostro corpo, il luogo dove, metaforicamente s'intende, si sistemano in fila tutti i desideri che rincorriamo, persino quelli che cerchiamo di mettere via, di cui conveniamo sia meglio liberarci.

Inutile negarne l'esistenza, è un luogo taciturno per tanti, che fa parte del sistema complesso di ognuno di noi. Riconoscerlo e dargli spazio è tutt'altro che una sconfitta. Non è incoerenza né volubilità; è una metamorfosi necessaria.
Flettersi per sopravvivere, come i rami delle piante che non si spezzano ad ogni folata di vento; magari solo alle più forti. 

Esattamente come in natura, anche per gli uomini tutto evolve, e non potrebbe non farlo. L'immobilismo è nocivo: è impensabile che un'opinione, un punto di vista, una decisione non vengano sottoposti al giudizio del tempo e delle circostanze! Ciò che scegliamo oggi può non essere ciò di cui avremo bisogno domani; quello che pensiamo riguardo ad un argomento è plausibilmente differente dalla nostra stessa opinione in merito, magari solo un'ora più avanti. 

Ché ci sono occasioni imprescindibili in cui rivedere la nostra posizione ci sembrerà un'alternativa da non considerare, eppure sarà l'unica strada per non restare imbrigliati, per crescere e progredire, per migliorare la condizione stessa della nostra esistenza. Per scampare al conformismo.

Tutto cambia continuamente. La lontana filosofia del Panta Rei ce lo insegnava centinaia e centinaia di anni fa: "non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume" (Eraclito). 

Il cambiamento è l'unica certezza che abbiamo: dovremmo partire da questa consapevolezza, convincerci che l'essenza di libertà di cui siamo dotati è un dono di esercitare la giusta misura, e non una condanna.
Basta saper sfruttare le occasioni, riflettere sulle possibilità, su quanto il cambiamento sia anche portatore di sfide e migliorie, non solo di fatiche e indugi. 

La nostra interpretazione può indirizzare il cambiamento e renderlo una metamorfosi colorata, da cui imparare le varie sfumature di colore, dalle più scure alle più brillanti.
Per mettere in pratica il presente, con un orecchio teso al futuro, senza paura d'imprevisti, apprezzando i nostri passi falsi ed i ripensamenti. 

Accettando le condizioni della vita senza fermarsi davanti a quella folata, a volte fredda altre volte tremendamente calda.

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