Costruttori di realtà

 

Questo spazio si è preso una pausa. 

Lo ha fatto nella speranza di un cambiamento e nell'illusione di una rinascita; con la consapevolezza di voler ricostruire, sulle macerie della rassegnazione, nuove fondamenta di speranza.
Lo ha fatto anche per lasciarsi ispirare dall'intorno, da quanto stesse accadendo e trasformandosi a ritmi adagi ma costanti. 

Eppure non ha cambiato lenti. L'occhio è rimasto lo stesso.

Quello che vediamo non è sempre ciò che effettivamente si va delineando nel mondo attorno a noi. 
Il pensiero umano è, per sua natura, desiderativo: il desiderio di qualcosa influenza la presa di coscienza ed il processo decisionale, e lascia che al cervello vengano inviati solo una selezione di impulsi che orientano in qualche modo le nostre azioni verso quel desiderio preciso.
Anche la percezione dunque risulta alterata, irreale.

Si instaura un rapporto di schiavitù tra il pensiero e il desiderio,
un sequestro emotivo-psicologico che ha i suoi pro ed i suoi contro:
la rincorsa dell'obiettivo ci rende determinati ad andare avanti ad ogni costo, tralasciando però un'analisi accurata del cammino che abbiamo intrapreso.
Rischiamo infatti di non valutare correttamente gli errori che commettiamo, o di non beneficiare a pieno degli elementi postivi che con fatica abbiamo costruito.
Il desiderio poi è fonte di motivazione ma ci espone al rischio di cedere all'illusione;
non tutto è sempre realizzabile e l'evasione e la fantasia possono diventare nemici della mente se eccediamo nel discostarci troppo dall'oggettivismo della realtà e da quello che ci accade ogni giorno.

"Puoi ignorare la realtà, ma non puoi ignorare le conseguenze della realtà" (Ayn Rand)

In letteratura il pensiero desiderativo non nasce dalla realtà ma da essa deve necessariamente trarre ispirazione, ad essa può ancorarsi, partendo da una zona di comfort reale o immaginaria dell'individuo a cui far tendere i suoi atteggiamenti e le azioni volte a cambiare il proprio destino.

Eppure siamo costruttori di realtà: ognuno vede ciò che è pronto a vedere.
Per essere ottimisti, potremmo considerarlo un modo efficace per espandere i confini della nostra mente e nutrire le più disparate speranze. Una sorta di fede del desiderio.

Guardate ad esempio l'immagine in anteprima: è la foto di una serata di luna piena e infuocata, e appena sotto i lampioni nel buio pesto della strada che in prospettiva sembrano vicinissimi.
Per me invece è lo sforzo di due lampioni di brillare quanto la luna, di stare al suo passo ma in realtà sempre dietro, ignari di quanta luce ci sia dentro di Lei.

Commenti

Post più popolari